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STEMMA ARALDICO DI ARMIS ET LEO
L'AZZURRO
è il colore turchino che richiama il cielo e il mare.
significa devozione fedeltà ricchezza.
ROSSO PORPORA
Significa amore ardente verso Dio
nobiltà grande coraggio
L'ORO
Simbolo del sole significa
fede giustizia clemenza felicità amore.
L'ARGENTO
Rappresenta la luna
Ha il significato di esprimere la durezza
delle armi ma anche la magnanimità.
IL LEONE
Araldicamente parlando rappresenta la forza ed il coraggio.
LE ARMI
inserite nel nostro stemma, sono di due periodi storici diversi
e rappresentanto l'unità e la continuità della nostra Accademia
ILMOTTO
La fede e l'onore sono i valori che portiamo avanti con costanza e fermezza.
LA CAVALLERIA E IL WEB
Introduzione
Parlare della Cavalleria oggi, nell'epoca dell'informatica e della comunicazione via internet, può a prima vista sembrare un po' anacronistico e fuori tempo.
Ma prestando un po' di attenzione per vederci e capire meglio, si può scoprire un mondo che conosciamo bene e che troppo spesso diamo come acquisito o scontato.
La Cavalleria, nasce nella storia, come uomini che combattevano a cavallo. Successivamente, nel medioevo, si sviluppa in una casta nobiliare con tutte le regole e i rituali imposti per essere tale. Al termine, mutati il modo di fare la guerra, sopravvive in forma di carica onorifica. L'Italia ne è un esempio.
Ma assieme alla funzione pratica come arma di destinazione per uso nelle guerre,
al di là delle formule ufficiali adottate da chi di questa ne faceva una fonte di potere, ritroviamo negli antichi codici i suoi valori fondamentali che possono riassumersi in:
Fede nel proprio Dio, Lealtà, Coraggio, Difesa dei più Deboli.
Sono senza dubbio valori nei quali ci riconosciamo ancora oggi e per i quali merita spesso spendere la propria vita cercando di renderli reali.
Il termine Cavalleria evoca in noi nobili gesta e duelli cortesi o feroci combattimenti tra cavalieri per i motivi più diversi, ma sempre giustificati per il modo di pensare e vivere dell'epoca.
Vi possono essere diversi modi di interpretarne lo spirito. Noi qui oggi vorremmo porre l'accento sui valori fondamentali che ci sembrano ancora validi e degni di nota,
che superano l'aspetto scenografico del cinema, o quello fantasy, o ancora quello di appartenete ad una elitè esclusiva., per assumere una valore universale.
CORAGGIO: la forza che si esprime, ad esempio, nel scegliere un'impresa d'interesse quasi universale, o anche poche idee ma molto chiare e semplici, e portarle avanti con costanza.
LEALTA': che significa costanza e chiarezza nel parlare. Dire sempre la verità anche se a volte richiede coraggio. Insieme a questa, vi è l'UMIlTA'; cioè la consapevolezza che vi è sempre qualcuno nel mondo che può insegnarci qualcosa, che può venire anche da un persona che apparentemente non ci sembra degna di nota. Anche il RISPETTO, per ogni forma di vita o di pensiero, è aspetto fondamentale del cammino.
DIFESA DEI PIU' DEBOLI: come dice la parola, si tratta di difendere il diritto ad vita dignitosa di tutte le creature, iniziando dalla nostra razza umana, con un occhio anche al pianeta in cui viviamo.
Queste cose si possono esprimere in piccole e grandi gesta. Noi qui rivolgiamo l'attenzione alle piccole cose di ogni giorno. Quello cioè, che ci riesce in tutta onestà e coscienza di fare in concreto. Il mare è formato da tante piccole gocce di acqua. Senza il contributo di ogni singola goccia, il mare non potrebbe esistere. La cooperazione delle gocce è basilare per formare il grande mare.
Nella civiltà della grande comunicazione via internet, crediamo possa anche starci una piccola pausa per un breve riflessione.
Ci permetterà di ricaricarci per proseguire meglio nella vita.
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DALLA COMPAGNIA DEL LEONE AD
ARMIS ET LEO
Premessa
Sono il Cavalier Anthony George Edward da Stafford.
Provengo dall’antica Terra di Albione e, nel corso del periglioso cammino della mia vita, sono giunto alla Compagnia Armis et Leo dove ho ricevuto onorato incarico di narrarvi di antiche e nuove gesta e di condurre il gradito visitatore attraverso la via della conoscenza del Medioevo secondo le antiche e nuove fonti a me note. In questo compito, mi varrò di conoscenze dirette, di quelle dei miei antenati e di quel che si sa dalla storia. La conoscenza delle nostre radici e tradizioni, è cosa fondamentale per conoscere meglio il vivere di oggi.
E il non perdere di vista gli antichi valori può essere di stimolo e aiuta a riflettere.
Stemma dell'Ordine del Leone
La Genesi.
Spirava dunque lo Anno del Signore millesimo duecentesimo sesto. In Terra di Albione (attuale Gran Bretagna), molte erano le famiglie potenti che avevano più figli di cui, per convenzione ed usanze, solo uno (il primogenito maschio in genere) aveva diritto al titolo ed agli averi connessi.
Il mio antenato William nacque secondogenito di grande nobile famiglia e, non avendo diritto a nulla, se non quello che portava con sé oltre all’educazione da guerriero ricevuta, decise di offrire i propri servigi al miglior offerente. Riuscì in questo ad attirare l’attenzione di altri rampolli di nobili origini che accettarono la proposta fatta e formarono la Compagnia del Leone poi divenuta Armis et Leo.
Questa Compagnia visse e si sviluppò per circa 400 anni offrendo servigi alla Corona francese, ad alcune importanti Casate germaniche e, anche in Terre Italiche settentrionali, si hanno notizie di suoi interventi.
Questi nobili antenati, bravi nell’uso delle armi ma anche nell’uso della parola, si fecero onore richiamando in ognuno i principi della Cavalleria che possiamo riassumere in Lealtà Rispetto, Onore e Difesa dei più deboli.
L’EDUCAZIONE DI UN CAVALIERE
Già da bambino, verso i sei-
Insomma, tutto quello che riguardava all'epoca una buona formazione di base per il futuro Cavaliere.
Da sette anni circa si faceva questo e si era chiamati in alcuni luoghi, Donzello. Verso i 14 anni, si veniva assegnati ad un Cavaliere (si diveniva suo Scudiero) per l'addestramento alle Armi ed all'uso dei Cavalli. Vi erano vari tipi di cavallo, opportunamente addestrati: quello da tiro, solitamente usato per trasporto o tiro del carro,; quello da "passeggio" usato per il trasporto del Cavaliere; quello da guerra, usato nelle battaglie: era, quest'ultimo, un cavallo addestrato in modo da obbedire al suo padrone anche in mezzo ai rumori e grida di una battaglia, senza mai distrarsi. Da questo poteva dipendere la vita del Cavaliere stesso.
Verso i 21 anni, o anche prima se ritenuti idonei, si veniva Investiti Cavalieri dal Cavaliere stesso che lo aveva formato alle armi o dal Signore del luogo.
Era questa una cerimonia molto costosa in termini economici, tanto è che si hanno notizie nel 1300, che molti Scudieri tentavano in tutti i modi (non era concesso rinunciare) di non ricevere l'Investitura perchè impossibilitati a sostenerne le spese.
Il Cavaliere poteva essere nominato tale, avendo ricevuto questo tipo di formazione, solo se era di origini nobili. Ma si hanno notizie di Cavalieri investiti sul Campo per meriti o per necessità del Signore o del Re di avere un maggior numero di Cavalieri all'inizio di una battaglia.
St
Semma di Sir Antony
Il Cavaliere era una vera "macchina da guerra", avendo al proprio seguito diversi uomini che combattevano per lui e si prendevano cura delle sue cose quando si era in viaggio per guerra. Mettersi sotto la sua protezione, significava spesso, almeno mangiare ed essere protetti. E in un'epoca in cui la vita media era intorno ai trent'anni e gli spostamenti erano rischiosi per via degli agguati di bande o banditi dispersi, era cosa importante essere sotto la protezione di un potente guerriero.
Il Medesimo principio per cui il villaggio o la città erano sotto la protezione di un Nobile o un Signore.
battagliola del 1300
Il Cavaliere poteva essere Investito libero o di vassallaggio. Libero, poteva andare per il mondo e crearsi una sua fortuna con sue proprietà di terreni castello e abitanti; di vassallaggio, prima di ogni importante decisione (anche quella del matrimonio), doveva sempre chiedere il permesso al suo Signore cui doveva obbedienza, lealtà e rispetto in tutto. Dal suo Signore dipendeva la sua vita. Al momento dell'investitura riceveva le insegne del cavaliere: un vessillo riportante la sua impresa araldica, se di vassallaggio, inquartata o bipartita con quella del suo Signore. Gli speroni dorati, simbolo del Cavaliere. La spada, simbolo dell'abilità acquisita nel suo giusto uso: nella difesa dei più deboli, implacabile contro i nemici.
Il mantello. simbolo del comando.
I valori di un grande Cavaliere sono quelli di cui ancor oggi si parla. il CORAGGIO, la LEALTA', il RISPETTO, la DIFESA DEI BAMBINI E DELLE DONNE, ma in sostanza dei più deboli e indifesi.
Anche se vi sono stati Cavalieri che non hanno onorato molto questi principi, pure la Cavalleria, nata a suo tempo come "uomo che combatteva a cavallo" e divenuta nel medioevo una vera e propria Casta nobiliare, ha saputo conquistarsi nei secoli grande rinomanza e, anche se oggi, con mutare del modo di fare la guerra, è caduta in disuso come forma guerriera sopravvivendo come carica onorifica, pure resta nella mente di tutti un grande ricordo di epiche gesta, rette da grandi e nobili principi, oltre che da necessità impellenti di difesa o offesa.
Battaglia XV secolo
FONTI: Codice Lullo.
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